Scopo della moderna tanatoprassi

(dal Libro: La tanatoprassi. Manuale descrittivo della pratica di tanatoprassi secondo la tradizione francese. PIERRE LARRIBE a cura di Laura Rovina)

La tanatoprassi è un metodo utilizzato per ritardare la tanatomorfosi e
permettere ai familiari di un defunto di rendergli omaggio in condizioni di
igiene e decenza ottimali.
Il termine “TANATOPRASSl” è recente: è stato creato ‘nel 1960 dai
professionisti del settore funerario francesi per proporre alle famiglie in lutto una “nuova” prestazione rispetto alle pratiche esistenti fino ad allora.

La parola è stata costruita usando due radici greche:

THANATOS
Nome della divinità rappresentante la morte nel pantheon greco.

PRAXEIN
Verbo che significa “manipolare, mettere in opera, realizzare”.

Questo nuovo termine stato scelto per evitare l’uso del termine “imbalsamazione”, tuttora adottato nei paesi anglosassoni.
ln effetti, le tecniche imbalsamatorie, descritte precedentemente, differiscono notevolmente da quelle della tanatoprassi, sia per la procedura che per la loro finalità.
Infatti, la finalità dell’imbalsamazione è quella di evitare la tanatomorfosi del corpo e di assicurarne la conservazione attraverso la disidratazione, allo scopo di permettere all’anima del defunto di rientrare nel corpo che l’aveva ospitata. Le cure di tanatoprassi mirano, a ritardare la tanatomorfosi permettendo ai familiari di un defunto di avere il tempo per assicurare dei funerali dignitosi senza che l`immagine del defunto presenti un aspetto orribile. La tanatoprassi non cerca, nè risponde a preoccupazioni di ordine metafisico.

La tanatoprassi, infatti, consente contemporaneamente:

  1. La disinfezione. I liquidi conservativi che iniettiamo uccidono gran parte degli agenti patogeni e dei microrganismi presenti.
  2. La conservazione. ll trattamento permette di bloccare temporaneamente i processi putrefattivi, in modo che il cadavere non rilasci liquidi o gas o cambi di colore.
  3. Il ripristino. ll procedimento consente di mantenere un aspetto naturale eliminando la lividità mascherando con il trucco eventuali altre macchie e ferite.

    Oggi due sono gli obiettivi principali: poter tenere la salma in casa senza alcun pericolo per i familiari e senza odori, preservare l’aspetto della salma per il periodo necessario al distacco.

    ll processo moderno di tanatoprassi è destinato a ritardare la decomposizione quel tanto da consentire alla famiglia di separarsi dal defunto senza fretta, secondo il tempo di cui ha bisogno, in modo che anche parenti ed amici lontani possano rendere omaggio alla salma, consolare la famiglia per la perdita subita.
    Il trattamento è particolarmente utile nei trasporti internazionali o comunque nel caso di lunghe distanze, ma anche per la conservazione dei cadaveri, o di parti, destinati allo studio anatomico. La componente di presentazione estetica poi si rivela molto utile non solo per dare alla salma un aspetto sereno, ma anche per eliminare le deturpazioni causate da traumi o ferite.

    D’altra parte occuparsi dell’aspetto fisico dei morti non è una caratteristica esclusiva della tanatoprassi, se ben guardiamo non c’è un solo popolo che non rivolga al cadavere delle attenzioni estetiche volte a purificarlo. I corpi spesso devastati dalle malattie, dalla sofferenza o dall’agonia, recuperano una vita sociale, diventano il centro di attenzioni, estrema testimonianza di amore, affetto e rispetto. Gli interventi estetici più o meno invasivi preparano il corpo per il rito funebre vero e proprio.

    Anche nella tradizione Cristiana l’aspetto fisico dei cadaveri assume una notevole importanza, le biografie dei Santi sono spesso accomunate dalla metamorfosi del loro cadavere. I Santi, caratterizzati, in genere da una vita di sofferenze fisiche, alla morte riacquistano per miracolo l’integrità corporea, la bellezza e serenità di un volto addormentato, il colorito e la morbidezza di una persona viva, un riconoscimento della loro testimonianza di fede ed un preludio alla resurrezione dei corpi.