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“Personale servizi funebri in piano vaccinale”. Interrogazione di Palozzi

[Fonte: laziopolitico.it]

“Nella giornata di oggi ho presentato una interrogazione urgente alla attenzione del presidente Zingaretti e dell’assessore D’Amato per avere chiarimenti in merito alla mancata previsione nel piano vaccinale regionale del personale delle imprese funebri.

Fin dal manifestarsi dell’emergenza pandemica, infatti, anche gli operatori della imprenditoria funeraria si sono trovati particolarmente esposti ai rischi di trasmissione del Covid-19 dovendo trattare tutte le salme, quelle positive al coronavirus e le altre, e dovendo entrare spesso in contatto con le famiglie colpite da un lutto, anch’esse possibili veicoli di contagio per essere state vicine ai loro cari defunti. Senza dimenticare che in questi mesi, nello svolgimento quotidiano delle loro funzioni, il personale delle imprese funebri è stato ed è spesso a contatto con strutture sanitarie, e con i loro operatori. Alla luce di tutto questo, dunque, vorremmo sapere se sia intenzione della Regione Lazio inserire questa categoria all’interno del piano vaccinale, consentendo così al comparto di operare in condizioni di totale sicurezza e tranquillità. Auspichiamo che da Zingaretti giungano risposte rapide e concrete in tal senso”.
Così, in una nota, il consigliere regionale del Lazio e responsabile nazionale “Organizzazione” di Cambiamo, Adriano Palozzi.

CASTELFIORENTINO: Preoccupato un gruppo di residenti: «Si svalorizza la zona». Il sindaco Falorni: «Garantita la sicurezza ambientale» No a un impianto crematorio a Cambiano

Fonte: Il Tirreno

CASTELFIORENTINO. Un passo indietro per valutare con i cittadini la realizzazione di un impianto crematorio a Cambiano, frazione del comune di Castelfiorentino. È la richiesta che arriva da un gruppo di residenti, agricoltori, titolari di agriturismi, preoccupati dall’investimento privato che potrebbe svalutare le loro attività e prodotti del territorio.

Il sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni, ha incontrato più volte i cittadini della frazione, toccando in prima persona tutti i dubbi emersi: «È difficile mettere d’accordo la comunità quando si è di fronte a simili investimenti ma le preoccupazioni che sono scaturite troveranno risposta nel progetto definitivo, una volta che lo avremo sul piatto». Entro due anni potrebbero partire i lavori. Presto il bando di gara per un progetto dal costo di 2 milioni e 800mila euro. «A nostro giudizio la popolazione non è pienamente a conoscenza di questo impianto – spiegano alcuni residenti, i quali chiedono un passo indietro all’amministrazione comunale, prima di una decisione definitiva – .

Ci sono vigne dove si ricava il Chianti, aziende agricole e5 agriturismi. Si andrebbe incontro a difficoltà importanti. In questa zona nell’ultimo decennio sono stati fatti importanti lavori, come il depuratore che spesso emana cattivi odori e il recupero di una zona dove sorge il panificio di San Matteo che ha avuto un significativo impatto paesaggistico ed ambientale. Servono investimenti ma non in questa direzione. I nostri immobili perderanno il 30% del loro valore e potrebbero spingere i turisti altrove. In alcune città sono stati proposti referendum, proprio per evitare dubbi e scontri». Una protesta che hanno deciso di portare avanti con una raccolta di firme da consegnare all’amministrazione comunale nelle prossime settimane con una chiara proposta: «Ascoltare i cittadini, valutare le risorse economiche che può portare il forno al territorio e ciò che può portare uno sviluppo turistico» .

La proposta privata arriva da un gruppo di aziende, Altair, Sercim e Edilver, tramite il project financing, su una superficie di 5mila metri quadrati. «Quella che nascerà sarà una opera adeguata ai desideri e alle aspettative dei cittadini. Sarà sicura dal punto di vista ambientale, non avrà un impatto paesaggistico. Immaginiamola come una espansione del cimitero, dove ci saranno tutti i controlli necessari per garantire sicurezza alla comunità» conclude Falorni. Quello di Castelfiorentino potrebbe essere il primo forno crematorio dell’Empolese Valdelsa.

Covid: si può andare ad un funerale fuori regione?

Fonte: leggepertutti.it

Il Dpcm consente lo spostamento per partecipare solo alle esequie di parenti stretti. Resterebbero fuori zii, cugini o suoceri.

La drammaticità della pandemia che da quasi un anno, ormai, ha colpito l’Italia comporta purtroppo ogni giorno il decesso di centinaia di persone. Per questo potrebbe capitare di dover assistere alle esequie di una persona cara che, magari, abita dall’altra parte dell’Italia o, comunque, in un territorio diverso. In questo caso, si può andare ad un funerale fuori regione?

Le Faq sul Dpcm anti-Covid pubblicate poco fa dal Governo chiariscono anche questo aspetto. La risposta alla domanda è sì ma non sempre. Sul sito di Palazzo Chigi si legge che: «La partecipazione a funerali di parenti stretti (per tali potendosi ragionevolmente ritenere almeno quelli fino entro il secondo grado) o di unico parente rimasto, sempre nel rispetto di tutte le misure di prevenzione e sicurezza, costituisce causa di necessità per spostamenti, anche tra aree territoriali a diverso rischio e con discipline differenziate per il contrasto e il contenimento dell’emergenza da Covid-19».

In altre parole, è consentito partecipare al funerale del genitore, del nonno o del fratello o della sorella anche fuori regione, così come il nonno a quello del nipote o il genitore a quello del figlio. Ma il cerchio, teoricamente, si chiude qui.

A stare a guardare, negli altri casi, ci si dovrebbe affidare alla buona volontà di chi ci ferma per un controllo. Se, ad esempio, vivo a Milano da solo e mio suocero abitava a Torino, teoricamente non potrei andare al suo funerale perché non è un parente stretto entro il secondo grado, bensì un affine di primo grado. Così come non potrei andare alle esequie di uno zio che abitava a Verona o di un cugino che verrà seppellito a Napoli, visto che si tratta, rispettivamente, di parenti di terzo e di quarto grado.

Chi è un operatore funebre

L’operatore funebre è una figura professionale che si occupa di tutte quelle pratiche di vestizione, trasporto e seppellimento del defunto, o della sua eventuale cremazione qualora questa fosse richiesta dai parenti. In alcune aziende di pompe funebri, tra cui soprattutto le più piccole, ha anche il compito di vendere arredi mortuari e affiggere i necrologi.

L’operatore funebre è un professionista specializzato con un’importante preparazione tecnica e morale, condizioni essenziali per potersi approcciare alla salma in maniera rispettosa e, ancora più importante, saper trattare con delicatezza i sopravvissuti al defunto, i quali potrebbero stare attraversando un difficile lutto.

Di solito, l’operatore funebre lavora in turni prestabiliti, poiché il lavoro prevede spesso anche chiamate notturne. Questo avviene soprattutto nelle grandi città, mentre nei piccoli centri il lavoro segue gli orari tradizionali. Pur essendo un lavoro poco valorizzato per via della superstizione che lo riveste in Italia, quello dell’operatore funebre è un ruolo chiave non solo all’interno dell’azienda per cui esso lavora, ma anche per l’immagine che questa deve dare di sé ai familiari in lutto. In altre parole, gli addetti alle onoranze funebri sono le prime persone che la famiglia incontra poco dopo la perdita, e deve mantenere un alto livello di decoro e rispetto, oltre che massima accortezza per la privacy che questi momenti delicatissimi prevede.

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